Ormai manca solo la Bolla Papale, dopodiché ogni ordine e grado legislativo e non, hanno confermato, ribadito, rimarcato e sottolineato che in seguito ad un sinistro stradale il proprietario di una vettura è LIBERO di portarla a riparare dove vuole. O se vogliamo, per dirla con un linguaggio più contemporaneo come ci insegna il capolavoro in onda in questi giorni su Netflix “Strappare lungo i bordi”: DOVE CAZZO GLI PARE!
Non servirebbero in effetti leggi, sentenze e chiarimenti, sarebbe sufficiente il buonsenso. L’auto è mia e decido dove portarla a riparare, come ho deciso dove comprarla, come decido ogni giorno come utilizzarla. Chiunque è libero di offrirmi le più svariate e meritevoli ragioni per convincermi a prendere decisioni diverse dalle mie ma NESSUNO può obbligarmi a farlo. Come nessuno può PENALIZZARMI in virtù delle decisioni che ho preso o che ho intenzione di prendere. Andando nel concreto, in una polizza NON puoi scrivere che il cliente è OBBLIGATO a riparare l’auto da Pinko Pallino e NEPPURE che è libero di riparare dove vuole ma se lo fa, peste lo colga. Quando un’assicurazione emette polizze in cui ci sono clausole con queste caratteristiche c’è una parola che le fa diventare carta equiparabile ai nobili rotoli della Regina: VESSATORIE.
Così conferma anche l’ultima ordinanza n. 34950/2021 della Cassazione:
https://www.clubalfa.it/391508-clausole-vessatorie-rc-auto-nei-risarcimenti-no-della-cassazione
Davanti ad una legge che dichiara la piena libertà di scelta del proprio riparatore (124 del 4 agosto 2017, articolo 11-bis), ad una sentenza della Cassazione e mille altre in vari gradi di giudizio, in un paese normale questi tipi di polizze sarebbero rase al suolo dagli stessi che le hanno emesse per eccesso di vergogna. Ma nel paese di Sottosopra quante Compagnie secondo voi correranno ai ripari? Bravi! Avente indovinato: nessuna. Anzi, come al solito giocheranno al raddoppio come già esplicitato nel DDL concorrenza attualmente in parlamento per essere discusso, riguardante l’allargamento del risarcimento diretto anche alle imprese straniere che non ne fanno parte. Ovviamente obbligandole secondo questo democratico progetto, pena l’esclusione dal mercato. Sono anche prevedibili questi colossi pieni di soldi e privi di decenza, vedi le ultime esternazioni deliranti di uno dei loro massimi esponenti, Carlo Cimbri amministratore delegato della Unipol.
https://www.showcarnews.it/post/rischio-aumento-assicurazioni-rc-auto-2022-polemiche
In sintesi, il buontempone dei palazzi grigio scuro di Bologna, dice che dovranno correre ai ripari perché i sinistri nei primi sei mesi del 2021 sono aumentati del 31%, rispetto all’anno precedente. Ohibò! Chissà perché??? Sarà mica perché nel 2020 per la maggior parte del tempo si poteva circolare solo a piedi se accompagnati da un cane per fargli fare i bisogni? Per due anni tutte le compagnie di assicurazioni hanno accatastato miliardi non avendo sinistri da pagare e invece di chiedere scusa e restituire qualcosa alla povera gente, piangono se alla fine del periodo più brutto dell’era moderna rischiano di tornare a guadagnare “solo” quanto prima della Pandemia.
Di questa situazione c’è infine un aspetto apparentemente minore che mi ha sempre incuriosito: il silenzio delle carrozzerie convenzionate. Mai che se ne alzasse una in piedi per dire “guardate che anche noi siamo capaci di riparare le auto a regola d’arte e lo facciamo a prezzi minori perché ci canalizzano un sacco di lavoro”. O magari “non abbiamo certo paura della concorrenza, siamo imprese che hanno fatto scelte diverse ma per tutti deve essere garantita la libertà di scelta anche nei fatti, non solo su carta”. Invece regna da parte loro un silenzio assoluto. Forse perché tutto questo lavoro canalizzato alla fine è più teorico che reale? Forse perché quelli che hanno coscienza dei costi necessari per tenere in piedi un’azienda, fatti due conti sanno perfettamente che le tariffe irrisorie applicate alle compagnie convenzionanti non sono sostenibili e si devono arrangiare in qualche altra maniera che non è il caso di spargere ai quattro venti? O forse perché non hanno più una loro identità e sono convinti che questa non sia necessaria per servire un cliente come si deve, salvo poi scoprire dalla sera alla mattina di non essere più graditi alla compagnia e di aver perso capre e cavoli. D’altronde se si è sempre assecondato un sistema in cui il cliente per riparare la propria auto si serve da chi gli suggerisce la propria compagnia di assicurazione, perché quando questa darà indicazioni diverse il cliente non dovrebbe ascoltarla?
Certo, si potrebbe proporre una bella legge dove si impone al cliente di portare sempre a riparare l’auto dove la si è portata la volta precedente ma per fortuna chi di VESSATORIE ferisce, di VESSATORIE perisce.