Sembra passato un secolo da quando il COVID-19 è entrato prepotentemente nelle nostre vite e nelle nostre aziende, anche solo psicologicamente, e invece si tratta solo di qualche settimana. Quanto basta per mettere a ferro e fuoco tutte le nostre certezze e speranze di un futuro sereno. Qualunque sia il nostro pensiero in merito a questa vicenda, come per tutti quelli che si trovando ad affrontare improvvisamente una catastrofe (terremoti, incendi, alluvioni, ecc…) l’unica cosa da fare è affrontarla nel migliore dei modi pensando a come trarre beneficio di ogni minimo aspetto positivo mimetizzato in mezzo al buio che vediamo davanti.
Per il momento, seppure non costretti per decreto, abbiamo deciso di fermare come tanti altri colleghi l’attività, sia per ridurre il rischio del contagio al minimo in questo momento, sia per non trovarci ad affrontare costi fissi difficilmente ammortizzabili con poco lavoro. Questo consentirà a noi e ai nostri dipendenti di dedicare un po’ di tempo ai nostri familiari per i quali, per lunghi periodi, assumiamo le sembianze di passanti.
Poi, salute permettendo, useremo questo tempo per rivedere complessivamente l’organizzazione dell’azienda e capire dove possiamo migliorare le cose sia in termini di servizi che in termini di efficienza. Questo ci consentirà di essere prontissimi a riparare tutte le auto che avranno avuto danni circolando in questo periodo nel proprio giardino o al massimo in casa per spostarsi dal bagno al salotto.
Ovviamente sfrutterò questa situazione per mettere ordine in ufficio. La cosa che più mi inquieta è però il timore di aver scatenato io una pandemia per poter avere il tempo di mettermi in pari con la contabilità lasciata da Martina al momento in cui è andata in maternità. Effettivamente ho pensato il classico “oh Signore, come farò, aiutami tu” … ma son quelle cose che si dicono così, per dire. Senza malizia.
Per la questione pagamenti siamo ancora in attesa di indicazioni certe da parte dei piani alti. Pare che le scadenze fiscali saranno spostate, i mutui sospesi e arriverà la cassa integrazione per gli operai. Speriamo. Mi viene da pensare: se non ora, quando? Per i fornitori servirà un po’ di pazienza e coscienza da parte di tutti. Sarà anche un modo per vedere se i rapporti di fiducia costruiti con giudizio in questi anni daranno i loro frutti. Altrimenti sarà l’occasione per rivederli secondo il principio del “…e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
Poi tutto passerà. In un modo o nell’altro, prima o dopo, passerà. E allora torneremo ad arrabbiarci per le cose stupide, per una franchigia e per una verniciatura venuta male. Ma sarà bellissimo riscoprirci così sciocchi da non dare la giusta importanza alle cose che contano davvero: quelle che il destino ci ha improvvisamente costretto ad osservare (fortunatamente) fra le nostre quattro mura.